di Simone Anastasi
“Un infermiere, un matematico, un educatore e un operaio entrano in una sala prove… ed ecco perché ci troviamo qui oggi signor giudice.” Così si presentano al pubblico gli Eudaimonia, rock band composta da quattro giovani ragazzi della zona, Alessio, Gabriele, Francesco e Stive, che stanno per coronare il sogno di tutti gli appassionati di musica: cantare al teatro Ariston di Sanremo. Abbiamo fatto qualche domanda ai ragazzi in merito a questo importante traguardo di gruppo.
Che cosa vi ha portato fino all'Ariston?
"In maniera molto improvvisa e senza avvisare nessuno, Francesco (basso) ci ha iscritti al concorso “Sanremo Rock” inviando una registrazione che possiamo definire “artigianale” di "Blu", un nostro pezzo originale, e tanto è bastato per farci ammettere alle “Finali di Zona” una seconda fase di selezione svoltasi dal vivo all’Hard Rock Cafè di Firenze. E sì, è stato il nostro primo live. A quanto pare però è andata piuttosto bene, perché siamo stati scelti per andare alle finali nazionali del concorso, proprio a Sanremo, proprio al Teatro Ariston".
Come ha avuto origine la band?
"Siamo quattro ragazzi che si occupano di altro nella vita, ma che sono sempre stati accompagnati e accomunati dalla passione per la musica. Arrivati a questo punto ci sentivamo tutti non insoddisfatti, ma sicuramente incompleti senza questa parte fondamentale di noi stessi. Per questo ci siamo uniti, a partire da un’idea di Stive e Alessio (batteria e chitarra) per fare quello che ci faceva stare meglio: suonare".
Che cosa si intende per Eudaimonia?
"Eudaimonia in filosofia è la felicità intesa come scopo ultimo della vita, e noi cerchiamo di perseguirla in questo modo. Da subito infatti ci è stato chiaro che volessimo proporre qualcosa che fosse veramente nostro, e quindi brani originali. E nel giro di un anno, che ci è sembrato più come un paio di mesi ad essere onesti, sono nati in nostri primi pezzi".
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